Il cammino OFS di “formazione dei formatori” nelle
Marche non si è concluso. Quella che ad alcuni francescani secolari
può essere sembrata una brusca interruzione dopo sette anni è, invece,
la spia di una trasformazione. Il passato è stato nutrito da approfondimenti
teorici, di taglio biblico, francescano ed ecclesiale, sulla cui
scorta didattica è avvenuta la crescita di un desiderio autentico,
quello di passare dalle parole ai fatti, per iniziare a verificare,
cioè a “fare vero” quanto appreso.
Agli esercizi spirituali
di San Marino 2017, il Consiglio regionale compie il primo passo
per sperimentarsi: decide di invitare al tavolo dei relatori Ettore
Valzania.
«Prendere esempio dal fondatore di un’importante cooperativa
sociale (“Fratelli è possibile”), poteva indirizzarci verso un progetto
concreto», spiega Gianluca Garbuglia, consigliere OFS Marche.
«L’obiettivo – aggiunge – era ed è quello di abitare le distanze:
farci vicini ai bisognosi ascoltando le esigenze del territorio,
sviluppando una maggiore sensibilità e continuando a operare dove
l’OFS è sempre intervenuto lungo i secoli, cioè in ogni ambito del
sociale.
Non si tratta di un “fare” fine a se stesso, ma di
un farsi presenti a partire da un cammino spirituale».
Fin da
quel momento, con sottogruppi di condivisione, si è inteso «dar
voce alle fraternità dal basso, capire cosa desiderassero attivare»,
riferisce fra Fabrizio Cifani, assistente cappuccino del Consiglio
OFS Marche.
Da quest’ascolto prende il via un composito progetto,
che «non nasce e non è portato avanti da noi del Consiglio regionale»,
afferma fra Fabrizio.
«In prima linea – precisa – stanno i volontari
provenienti dalle diverse fraternità locali, che hanno scelto di
mettersi in gioco. Il nostro compito è semmai quello di facilitare
il servizio, valorizzando attitudini, sogni, disponibilità di tempo
ed energie di ognuno, perché trovino risposta all’interno della
regione».
L’iniziativa si esplicherà fino al 2020, e si propone
di sviluppare otto corsi teorico-pratici, ognuno dei quali alimenterà
sensibilità e competenze in un settore diverso, al quale sono state
abbinate parole-traino di papa Francesco:
• Euchè, sulla preghiera,
perché i francescani secolari abbiano una fede chiamata a diventare
nuova audacia e un cuore aperto per tutti, tutti, tutti.
•
Amoris
laetitia, corso di pastorale della salute, che scongiuri la visione
del malato come macchina da riparare e trasmetta conoscenze, ricchezza
di umanità, compassione evangelica.
• Amoris laetitia II, corso
di pastorale famigliare, secondo l’intenzione che gli sposi non
siano lasciati soli, ma siano paradigma di legami fecondi, l’antidoto
più efficace all’individualismo dilagante.
• Prendersi cura,
per realizzare un’esperienza di cohousing (coabitazione) di francescani
secolari in un’unica struttura,
per vivere, al di là degli spazi
di privacy, una più intensa condivisione e solidarietà.
•
Progetto
Penelope per creare lavoro, perché lavo- ro vuol dire dignità, per
una società che capisca le esigenze dei giovani, delle donne, e
superi le logiche disumane del precariato e dello sfrutta- mento.
• Incontro all’arte, sulla creatività che prende for- ma, perché
le arti esprimono la bellezza della fede e proclamano il messaggio
della grandez- za della creazione di Dio, anche nelle periferie
in cui si rivalutano gli spazi urbani abbandonati o dove si pratica
street art.
• Progetto Logos per saper comunicare/evangeliz- zare
abitando la rete digitale non come luogo di alienazione, ma come
luogo concreto, ricco di umanità.
• Alla ricerca di una politica
perduta, scuola di bene comune, per tornare alla politica con la
“P” ma- iuscola, che abbia a cuore i poveri e la giustizia sociale.
I corsi sono stati programmati al fianco di altre realtà esistenti, ecclesiali e non, e prenderanno forma col tempo e con i vari contributi.
Ad esempio il progetto di pastorale della salute ha vali- cato i confini dell’OFS e anche quelli diocesani, coinvolgendo l’ufficio di pastorale della Cei delle Marche; la pastorale della famiglia ha collaborato con l’Associazione nazionale Famiglie numerose, dal connotato tutto laicale; l’iniziativa incentrata sull’arte si sta fregiando della collaborazione di diversi pittori di caratura nazionale; il settore del lavoro è collegato ai frati minori locali, i quali, da fuori contesto ecclesiale, hanno avviato un allevamento di alpaca e assunto una persona.
In questo agganciarsi a figure esterne all’OFS, Simona Santucci, responsabile della formazione e del progetto regionale spiega che «l’intento è quello di far sorgere figure professionali, operatori competenti.
Come intuiva Ettore Valzania fin dall’inizio, quando affermava che non si può essere performanti nella società se non ci si interfaccia con l’esterno.
Inoltre è indispensabile rischiare, per “cambiare l’ordine delle cose”».
Citando il loro slogan, Simona stimola a riflettere su quanto conti l’essenza dei francescani secolari, chiamati a mischiarsi nella società, come sale nelle pietanze, per acquistare e infondere sapore al mondo.
L’iter è avventuroso: un singolo corso potrebbe declinare per mancanza di forze, un altro potrebbe confluire in un nuovo ambito, un altro affermarsi decisamente.
Simona chiarisce: «Solo chi si sente davvero interessato e pronto a mettersi in discussione è chiamato a donarsi in modo diretto.
Attraverso la realizzazione di spettacoli, mercatini, pesche o pranzi di beneficenza, e ogni altro apporto della fantasia, tutti si sentano però partecipi di un progetto comune.
Anche una sorella anziana può avere ancora mani d’oro: chiunque abbia difficoltà logistiche, fisiche, organizzative per aderire a uno dei corsi, è comunque chiamato a curarsi di questa missione e a investirvi qualche energia materiale e spirituale».
«Ai molti che hanno paura di fallire – osserva Simona – dico semplicemente che è arrivato il momento di provare!»